Istruzioni per l’infelicità
Perché dovrei leggere un articolo che parla di infelicità? Scopriamolo insieme!
Voglio condividere una mia riflessione su un libro che tratta di questo argomento con una vena molto ironica e irriverente. Sto parlando di “Istruzioni per rendersi infelici” di Paul Watzalavick: un vero e proprio manuale in cui il gioco che viene suggerito al lettore è trovare da solo la soluzione ai propri problemi, leggendo tra le righe, interpretando ciò che l’autore scrive, rintracciando la strada che conduca all’infelicità, proprio per evitarla e restarne alla larga!
È proprio questo che suggerisco dunque anche a voi che mi leggete. In questo articolo, dovrete prestare particolare attenzione ai suggerimenti di cui parlo, dato che essi vanno nella direzione dell’infelicità. Quindi, occhio attento!

Watzlavick riflette infatti su come sia possibile creare la propria infelicità facendoci auto-ingannare dalla propria mente, diventando avversari di noi stessi.
Questo cosa vuol dire?
Significa che molto spesso la nostra infelicità nasce proprio dal non riuscire a trovare visioni alternative ai problemi, finendo per auto-ingannarci attraverso le nostre stesse idee.
Un esercizio che può essere utile in questo senso è provare a vedere il proprio problema attraverso più lati, proprio come faremmo se dovessimo risolvere il famoso cubo di Rubick, girandolo e rigirandolo per osservarlo da più prospettive.
È vero che il tempo guarisce le cose, ma è possibile fare del passato una fonte di infelicità.
Come?
Ad esempio ricordando solo le cose belle della propria giovinezza (e non i difficili momenti di crisi dell’adolescenza).
Oppure provando una tremenda tristezza per la rottura di una storia d’amore, rimpiangendo il nostro amato e il ricordo piacevole che abbiamo di lui (senza ricordare gli scontri, i litigi e tutti i difetti del partner).
Inoltre se ci concentriamo sul passato, accadrà che avremo poco tempo per dedicarci al nostro presente, che è il solo tempo in cui possiamo agire e cambiare le cose. Restare legati al passato e ai ricordi ci tiene infatti immobili, ci impedisce di agire e reagire.
Ovvero ostinarsi a credere che sia possibile risolvere i problemi continuando ad utilizzare le stesse modalità che in passato si sono rivelate efficaci.
Questo a lungo andare, non fa altro che portarci alla conclusione di non esserci impegnati abbastanza, creando di noi stessi un’immagine di fallimento.
Ecco dunque i tre suggerimenti che mi sono sembrati più interessanti durante la lettura: mi piacerebbe che voi rifletteste ora su quante volte vi siete ritrovati, nella vita, ad agire proprio nella direzione dell’infelicità.
Possiamo tenere a mente queste tre istruzioni e provare a trovare soluzioni diverse da quelle adottate nel passato.
La credenza che la realtà che ognuno vede sia l’unica realtà è la più pericolosa di tutte le illusioni. [Paul Watzlavick]