DOMANDE PIÙ FREQUENTI

Albert Einstein diceva:

Ci vuole un nuovo modo di pensare, per risolvere problemi generati dal vecchio modo di pensare!

Molti sono i pregiudizi che girano attorno alla professione dello psicologo e spesso confondono davvero le idee!! Mi capita molto frequentemente di ricevere domande da amici, conoscenti o pazienti e ho pensato che potrebbe essere utile rispondere a questi interrogativi e curiosità che riguardano il mio lavoro.

Dunque cominciamo!

Certamente! Lo psicologo e lo psicoterapeuta sono legati al segreto professionale a hanno l’obbligo di rispettarlo!

Assolutamente no! Questo è un antico pregiudizio che sta lentamente sparendo, consentendo una visione più realistica delle cose: chi va dallo psicologo molto spesso è una persona che si trova a che fare con una difficoltà, personale o relazionale, e sta provando a risolverla, affidandosi ad un professionista esperto che sappia guidarlo.

Nel mio lavoro incontro il paziente per 2-3 incontri di consulenza, durante i quali avviene la fase della conoscenza reciproca e l’individuazione del problema. Successivamente si intraprende il vero e proprio percorso di psicoterapia, focalizzato sulla risoluzione del problema, con colloqui a cadenza settimanale.
Successivamente gli incontri, in accordo col paziente, vengono svolti a cadenza quindicinale o mensile.

Lo psicologo è un professionista che ha conseguito la Laurea in Psicologia e ha poi ottenuto l’abilitazione all’esercizio della professione.
Lo psicoterapeuta è uno psicologo che ha proseguito la propria formazione, frequentando una scuola della durata di quattro anni e conseguendo un Diploma in Psicoterapia, che gli consente di esercitare la propria professione svolgendo servizi di psicoterapia.
È dunque maggiormente specializzato dello Psicologo e può lavorare su problematiche più complesse.

Assolutamente no! Solo i medici possono farlo, in qualità di specialisti nel campo della Medicina. Fate attenzione!

Lo psicologo può aiutare una persona che sta attraversando delle difficoltà relative al rapporto con se stessa, alle proprie relazioni, al proprio lavoro. Inoltre un percorso psicologico può essere indicato in presenza di disagi sintomatici, come ansia, stress, disturbi del sonno, depressione, attacchi di panico, ecc. o per affrontare particolari momenti di vita (un lutto, una separazione, ecc).
In generale non c’è una risposta unica a questa domanda e che valga per chiunque. Quando ci si sente “bloccati”, sofferenti o a disagio probabilmente vuol dire che si sta attraversando un momento difficile della propria vita. E allora lo psicologo potrebbe esserci d’aiuto!

Se stai vivendo un momento difficile, se pensi che vuoi dare una svolta alla tua vita, se hai un problema che ti fa soffrire e ti senti ingabbiato. Potremo cercare insieme la strada giusta che ti consenta di esprimerti in tutte le tue potenzialità.

Il primo colloquio è un incontro di conoscenza reciproca, in cui poter raccontare il proprio problema e programmare insieme un eventuale intervento psicologico, di consulenza o psicoterapia. Chiamami se hai bisogno di informazioni e dettagli maggiori.

Assolutamente No. E’ un confronto, una ri-lettura della propria vita, un guardarsi attraverso gli occhi di un’altra persona: una consulenza psicologica serve a fare chiarezza sul tuo problema e avviare un percorso di psicoterapia che ti aiuti a rintracciare gli strumenti utili per risolverlo insieme.

L’approccio Sistemico Familiare privilegia una modalità relazionale: ci si concentra sulla persona inserita nel suo contesto, a partire da quello familiare, lavorativo, amicale, ecc.

Cosa vuol dire? Nel mio lavoro aiuto i miei clienti ad osservare se stessi in relazione all’altro, perché il “problema”, il “disagio”, il “sintomo” sono espressione di una difficoltà relazionale e mai una “malattia” del singolo individuo.

Lo scopo è di promuovere un benessere psicologico che coinvolga non solo l’individuo, ma anche il suo contesto relazionale, le sue modalità di interagire e comunicare con gli altri.